Come lavoro

per una maggiore consapevolezza di te scopri la Psicoterapia della Gestalt

[…] ma non ti posso aiutare. Sarò con te. Tu farai quello che riterrai necessario”. (F., Perls)

Come procederemo?

  • inizialmente ti verrà propostoconsapevolezza un primo incontro (gratuito) durante il quale si chiarisce la domanda iniziale;

  • seguono alcuni colloqui durante i quali si definiscono gli obiettivi della terapia e consapevolezzaun possibile percorso (durata e frequenza degli incontri).

  • al termine di questa prima fase ha inizioconsapevolezza il vero e proprio percorso terapeutico verso una maggiore consapevolezza di sé.

Nota importante:  per la presa in carico di un minore è obbligatorio il consenso firmato da entrambi i genitori. Il primo colloquio lo terrò con i genitori senza la presenza del minore.

Il solo modo per uscirne è di passarci attraverso”. (Perls, F.)

Dal momento che lo scopo della terapia è fornire uno strumento, ossia l’auto-appoggio, con cui risolvere le tue difficoltà, lavoreremo efficacemente con ogni situazione man mano che si presenta, apriremo una porta alla volta e sbucceremo la cipolla strato per strato. Ogni strato fa parte della nevrosi, via via che viene trattato, si modifica il problema, e man mano che si modifica il problema, si modificano anche i particolari.  Ad ogni stadio, poiché l’auto-appoggio aumenterà gradatamente in ogni seduta, il passo successivo diventerà più facile.

Per sviluppare una maggior consapevolezza  una maggiore auto-espressione, utilizzeremo:

  •  la focalizzazione dell’attenzione nel qui e ora: si impara a rivolgere l’attenzione sull’esperienza presente, su ciò che si fa, si sperimenta o si sente nel qui e ora. Entrando in contatto con queste “esperienze” ed esplorandole si può comprendere il loro significato e la loro funzione, si diventa più consapevole dei propri gesti, della propria respirazione, delle proprie emozioni, della propria voce e delle proprie espressioni facciali. Ciò che si sperimenta nel qui e ora può riportare ad una situazione del passato che non è stata chiusa come avrebbe voluto e ciò rappresenta l’opportunità per rielaborarla e, finalmente, chiuderla;
  • la consapevolezza: è qui e ora che possiamo diventare consapevoli di tutte le nostre scelte e decisioni per noi non funzionali. Come terapeuta posso aiutarti in questa auto-scoperta agendo come specchio amplificatore facilitandoti il processo attraverso le seguenti domande:

cosa fai?” “cosa senti?” “cosa vuoi?” “cosa eviti?” “cosa ti aspetti? queste domande che possono portarti ad essere più consapevole, a vedere il tuo comportamento con maggiore chiarezza e ad aiutarti a determinare cosa rappresenta quel comportamento;

  • il “dar voce” alle polarità opposte: la voce è come uno strumento musicale che può assumere numerose espressioni. Nella terapia della Gestalt si dà voce, alternativamente, ai poli opposti quando ci si trova in una situazione particolare: volere-non volere, fare-non fare, al fine di trovare un equilibrio tra due posizioni vissute come estreme, non negandole, ma ascoltandole fino in fondo. L’esperienza, in realtà, non è altro che una figura in relazione ad uno sfondo e dal momento che alcuni elementi presenti sullo sfondo devono essere tenuti al di fuori della consapevolezza, le polarità tendono all’irrigidimento, trasformandosi in dicotomie e dando luogo a conflitti che tendono alla cristallizzazione e, perciò, diventano insanabili. Nell’interpretare le due parti o i due ruoli opposti riuscirai a sperimentare le emozioni fino in fondo che facilita lo scioglimento delle posizioni conflittuali, fino ad arrivare all’integrazione;
  • la tecnica della sedia vuota: ti farà dialogare con una parte di te o con un qualunque altro interlocutore, reale o fantasmatico, che rappresenta il sintomo che crea disagio, in modo da identificare le due polarità con le quali lavorare sulla relazione. Come terapeuta ti aiuterò a stare dentro le tue emozioni, a sopportare dolore e paura, in modo da mostrarti nuove possibilità di muoverti e vivere nel mondo. Far parlare le due parti, invitandoti a spostarti da una sedia all’altra, fa sì che dal sintomo, situazione di contrasto tra due forze, si passi, attraverso la sintesi creativa, all’incontro con il diverso, con l’altra parte di sé. Ed è proprio qui, in questo spazio, che sperimenterai il cambiamento migliorando la qualità della tua vita;
  • la metafora: è uno strumento evocativo che sostituisce un termine o un concetto con un’immagine, creando una similitudine, infatti si inizia con “come se“. Usare una metafora è un’operazione intuitiva, creativa, non logica, tipica del linguaggio analogico o evocativo in quanto esprime un sentimento o un’emozione. In terapia ha un contenuto accettabile che maschera un qualcosa che potrebbe essere rifiutato perché troppo diretto. È importante trovare la metafora giusta che ti possa aiutare a generare nuovi significati che conducano a nuove esperienze.

Ecco un corto animato che sottolinea quanto bisognerebbe vivere di più l’attimo presente quindi quanto sia importante concentrarci sul qui e ora e non aspettare il momento giusto per fare le cose… buona visione!